Eyquem increspò il viso delicato, la barba appena accennata sotto il naso regolare, sulle guance e oltre la punta del mento. Puntando lo sguardo verso il tramonto, si sentiva ritemprare di ogni singola goccia d'energia. Ne aveva spesa molta a cavallo, per la lunga giornata di fine aprile. Partiti dalla lontanissima Bordeaux, attraverso i boschi umidi, selvaggi e pericolosi di Garfagnana, finalmente intravedevano la destinazione.
"In italiano, Marchon!", disse sorridendo all'amico dai capelli fulvi che gli cavalcava accanto. "Siamo in terra medicea finalmente, assaggiamo di parlare l'idioma di Dante e Ariosto. Non lo trovate giusto, buon amico mio?".
"In italiano, Marchon!", disse sorridendo all'amico dai capelli fulvi che gli cavalcava accanto. "Siamo in terra medicea finalmente, assaggiamo di parlare l'idioma di Dante e Ariosto. Non lo trovate giusto, buon amico mio?".
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