Titolo Originale: Ender's Game.
Anno: 2013.
Regia: Gavin Hood.
Anno: 2013.
Regia: Gavin Hood.
Cast: Harrison Ford, Asa Butterfield, Hailee Steinfeld, Viola Davis, Abigail Breslin, Ben Kingsley.
Genere: Fantascienza.
Durata: 114 min.
Distribuzione: Eagle Pictures.
Uscita italiana: 30 ottobre 2013.
Trama: In un futuro non molto lontano, la Terra viene attaccata da un'ostile razza aliena, che sarebbe arrivata a conquistare l'intero pianeta, se l'impeto non fosse stato sventato dall'eroico Comandante della Flotta Internazionale, Mazer Rackham. Nell'attesa della rivalsa nemica, spetta allo stimatissimo Colonnello Graff rinforzare i presidi, reclutando i migliori ragazzi in tutto il pianeta per designare il prossimo Mazer. Uno in particolare, Ender Wiggin, viene notato per le sue brillanti qualità e convinto ad entrare nella Scuola di Guerra di Graff; lì impara ben presto le tattiche belliche, l'uso delle armi e a farsi rispettare dagli altri cadetti, vincendo ogni simulazione di guerra e guadagnandosi la promozione alla Scuola di Comando, dove sarà addestrato dallo stesso Mazer (Fonte: Wikipedia).
Che dire? Il film mi è piaciuto. Stavolta la trasposizione cinematografica è all'altezza del libro (vincitore dei premi Hugo e Nebula nel 1986) nonostante siano passati ben 26 anni dalla sua uscita. In effetti, lo spettatore non ha mai la sensazione che la storia sia datata, anzi! Le scene delle sfide al simulatore, a cui Ender viene continuamente sottoposto dai suoi superiori, sono molto coinvolgenti. Lo spettatore si ritrova costantemente catapultato in ambienti nuovi, viene quasi costretto ad adattarsi a scenari sempre diversi e mai ripetitivi. Tutto ciò in fondo compensa la linearità della trama, con un finale non certo a sorpresa (almeno per chi il libro l'ha letto e lo conosce bene).
Bisogna comunque dire che il film ha avuto una lunga genesi, iniziata dallo stesso Orson Scott Card nel 2003. La sceneggiatura, infatti, ha origine da uno script di Card in persona (riscritto completamente dallo stesso Hood) e non presenta certo particolari scossoni. Tuttavia, proprio la linearità della sceneggiatura rappresenta uno dei punti di forza del film. Se la contrapponiamo all'estremo dinamismo delle simulazioni di guerra offerte dal film, la semplicità dei dialoghi diventa quasi una necessità, una sorta di ancoraggio per lo spettatore. L'interpretazione abbastanza scontata dei mostri sacri Harrison Ford e Ben Kingsley è sicuramente un bel contrappunto alla perfetta prova di Asa Butterfield.
Sembra quasi che il regista abbia voluto miscelare l'imprevedibilità delle sfide simulate alla riposante linearità dei personaggi (perlomeno dei personaggi adulti) e della trama, che in fondo già nel titolo contiene il suo destino finale. Qualcosina che mi ha dato fastidio, però, c'è. Si tratta dei rimandi filmici a War Games e, in alcune scene, a Full Metal Jacket. Sembra proprio che il cinema attuale non riesca a liberarsi dal vizio della citazione dovuta, ma forse è solo una mia idea. Godetevi il film.
Bisogna comunque dire che il film ha avuto una lunga genesi, iniziata dallo stesso Orson Scott Card nel 2003. La sceneggiatura, infatti, ha origine da uno script di Card in persona (riscritto completamente dallo stesso Hood) e non presenta certo particolari scossoni. Tuttavia, proprio la linearità della sceneggiatura rappresenta uno dei punti di forza del film. Se la contrapponiamo all'estremo dinamismo delle simulazioni di guerra offerte dal film, la semplicità dei dialoghi diventa quasi una necessità, una sorta di ancoraggio per lo spettatore. L'interpretazione abbastanza scontata dei mostri sacri Harrison Ford e Ben Kingsley è sicuramente un bel contrappunto alla perfetta prova di Asa Butterfield.
Sembra quasi che il regista abbia voluto miscelare l'imprevedibilità delle sfide simulate alla riposante linearità dei personaggi (perlomeno dei personaggi adulti) e della trama, che in fondo già nel titolo contiene il suo destino finale. Qualcosina che mi ha dato fastidio, però, c'è. Si tratta dei rimandi filmici a War Games e, in alcune scene, a Full Metal Jacket. Sembra proprio che il cinema attuale non riesca a liberarsi dal vizio della citazione dovuta, ma forse è solo una mia idea. Godetevi il film.
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