Titolo: Lord Tyger
Autore: Philip J. Farmer
Traduzione:Vito Messana - Eugenio De Grisogno
Genere: Avventura
Casa editrice: Mondadori
Anno: 2013
Trama.
Ras Tyger è un demone dalla pelle bianca, figlio di una scimmia e di un dio. È adirato contro il popolo dei Wantso. Loro hanno tradito la sua amicizia ed ora Ras li punirà attraverso le loro donne. Atletico, perizoma di pelle di leopardo, grosso coltello alla cintura, Ras schernisce i guerrieri Wantso dalla cima del suo albero. "Nessuna delle vostre donne si salverà da me", canta suonando uno zufolo di canna. "'Le vostre palizzate a punta, i coccodrilli che popolano il vostro fiume, non mi fermeranno: io le avrò tutte". I guerrieri neri reagiscono scagliando le loro lance e frecce, Ras deve tuffarsi nell'acqua limpida del fiume. Già i coccodrilli si mettono in caccia ma Ras Tyger sa come evitarli. Salta fuori dall'acqua al momento giusto, evita una scarica di frecce pronte a bucargli la pelle. Un'altra colpa da mettere in conto ai Wantso, si vendicherà sul corpo sodo e invitante di Wilida. La conobbe che erano ancora bambini, quando finalmente Yusufu gli aveva dato il permesso di scendere dall'altopiano a esplorare la jungla sottostante. Accadde al nono anno di vita di Ras. Mariyam, sua madre, gli aveva confidato che non era Yusufu il suo vero padre ma un dio in persona. Igziyabher in persona infatti lo faceva sorvegliare. Nero, cavo e dalle ali sottili rotanti, l'uccello di dio gli aveva sempre impedito di lasciare l'altopiano...
Recensione.
Sgombriamo subito il dubbio: non è un romanzo di fantascienza, sebbene presentato da "Urania". Scritto da un grande autore di fantascienza proprio nel miglior periodo della sua produzione, fra il '69 e il '74, non rientra però nel novero dei suoi capolavori fantascientifici. Il termine giusto per identificare il genere di questo romanzo è "pastiche metanarrativo". In parole povere, Farmer ha riscritto un classico della letteratura svincolandolo dal suo originario contesto storico per ricollocarlo negli anni settanta (il romanzo fu pubblicato nel 1970). Detto in parole ancor più povere qui viene smontato pezzo per pezzo Tarzan delle scimmie, il capolavoro di E. R. Burroughs, e ricostruito così come l'avrebbe voluto Farmer. L'operazone editoriale di "Urania", allora, porta a conoscenza del pubblico italiano un pezzo importante della produzione di quest'autore. A differenza di altri, infatti, Farmer ha voluto far rivivere sulla carta i suoi riferimenti letterari. Sicuramente Tarzan e E. R. Burroughs è stato fondamentale per la sua formazione letteraria, insieme a Doc Savage, Sherlock Holmes, Moby Dick, Phileas Fogg e altri personaggi simbolo della letteratura fantastica. Il confronto con Burroughs, dunque, qui è ineludibile. La storia è simile all'originale Tarzan solo nel soggetto iniziale: Ras Tyger viene allevato da una coppia di scimmie e diventa presto il signore della jungla. Tutto il resto è Farmer, con la suo classico linguaggio semplice e immediato, a tratti crudo. È Farmer, con le sue invenzioni etnologiche e una forte caratterizzazione dell'ambiente intorno ai personaggi. È certamente Farmer, nell'esplorazione degli aspetti più oscuri del genere umano attraverso le pulsioni più immediate e impellenti quali gli appetiti sessuali. Proprio in quest'ultima istanza, secondo me, acquista senso il romanzo. Dalla decostruzione di Tarzan emerge forse una più convincente analisi delle oscure pulsioni umane. Tutti i personaggi sembrano privi di ogni vero e proprio codice morale e agiscono semplicemente spinti dal bisogno, dalla curiosità, se non dalla necessità.
Nessun commento:
Posta un commento