Titolo: E sarà la luce.
Autore: James Tiptree, Jr.
Traduzione: Vittorio Curtoni.
Genere: Fantascienza.
Casa editrice: Mondadori.
Anno: 2013.
Damien è un pianeta molto lontano e quasi privo di vita umana. Una riserva naturale custodita da tre funzionari: Cory, amministratrice planetaria, Kip, suo vice addetto ai rapporti con la popolazione locale nonché compagno di vita, e Bram, xenopatologo vedovo e in cerca di nuova anima gemella. La calma quasi monastica del piccolo mondo sta per essere sconvolta dall'arrivo di tredici invadenti ospiti umani. I tre attendono ansiosi l'atterraggio della nave già visibile e in continuo avvicinamento. Nel cielo appena colorato dell'alba incombe la gigantesca onda d'urto della Stella Assassinata. Cory la osserva piena di dubbi. Non è una stella, anche se si continua a chiamarla così. È una nova il cui gigantesco fronte color smeraldo sta per lambire l'atmosfera del pianeta. La nova è esplosa decine di anni fa, non è il primo passaggio di materia in espansione per Damien. Stavolta, però, si tratta del nucleo dell'ex stella. I precedenti passaggi hanno provocato poco più che fantasmagoriche aurore boreali, questo ha reso famoso Damien come meta turistica ad ogni successivo passaggio. L'incombente presenza dei turisti umani ha già messo in allarme i dameii, a causa delle passate violenze essi temono gli uomini. La materia dal nucleo corre, porta il "turbine temporale"...
LUNA PARK versione cartacea
Pubblicato nel 1985, il libro rappresenta il secondo romanzo della Tiptree (vero nome era Alice Bradley Sheldon). Nonostante una notevole collezione di racconti pubblicati fra il 1967 e il 1978, scrisse solo due romanzi prima della morte avvenuta nel 1987. Qui, dunque, sono presenti tutte le inquietudini, le tematiche tipiche dell'autrice. Il lato oscuro delle passioni umane, in particolare, viene messo in scena. Nel breve spazio di una notte, in uno sfondo popolato di alberi banderuola, foglie uccello e aracnoidi dai colori improbabili e grossi come cani da passeggio si agitano i complotti dei sedici personaggi umani. Il linguaggio è descrittivo ma semplice, prende il lettore per mano e lo introduce gentilmente in una trama sempre più fitta e incalzante. L'uso del presente favorisce lo scavo psicologico nei dialoghi, mette il lettore direttamente dentro la storia. Ciò che colpisce, infatti, è l'intreccio che sembra srotolarsi al lettore più che essere raccontato dall'osservatore esterno. Può, tuttavia, disorientare il lettore nel distinguere i dialoghi dalla descrizione. Intrighi e crudeltà emergono da personaggi apparentemente convenzionali, del tutto indifferenti all'unicità del luogo. L'effetto prodotto dal nucleo della nova è solo un catalizzatore di elementi già latenti nella psyche dei personaggi. Non la tecnologia, dunque, è la forza motrice della trama ma la psicologia. Il rapporto fra l'individuo e l'ambiente, inoltre, è un'altra tematica del romanzo. L'eterno contrasto fra l'interesse economico e la salvaguardia della natura, l'arroganza dell'uomo e la sacralità di un ecosistema. Gli inganni degli ospiti umani sembrano violare sprezzantemente il difficile equilibrio di Damien, rivelano una forza forse più distruttiva della stessa nova. Ne esce forse un quadro fosco della natura umana, per nulla addolcito da istanze spirituali o etiche. Perfino l'universo sembra assistere sgomento allo spettacolo.
Pubblicato nel 1985, il libro rappresenta il secondo romanzo della Tiptree (vero nome era Alice Bradley Sheldon). Nonostante una notevole collezione di racconti pubblicati fra il 1967 e il 1978, scrisse solo due romanzi prima della morte avvenuta nel 1987. Qui, dunque, sono presenti tutte le inquietudini, le tematiche tipiche dell'autrice. Il lato oscuro delle passioni umane, in particolare, viene messo in scena. Nel breve spazio di una notte, in uno sfondo popolato di alberi banderuola, foglie uccello e aracnoidi dai colori improbabili e grossi come cani da passeggio si agitano i complotti dei sedici personaggi umani. Il linguaggio è descrittivo ma semplice, prende il lettore per mano e lo introduce gentilmente in una trama sempre più fitta e incalzante. L'uso del presente favorisce lo scavo psicologico nei dialoghi, mette il lettore direttamente dentro la storia. Ciò che colpisce, infatti, è l'intreccio che sembra srotolarsi al lettore più che essere raccontato dall'osservatore esterno. Può, tuttavia, disorientare il lettore nel distinguere i dialoghi dalla descrizione. Intrighi e crudeltà emergono da personaggi apparentemente convenzionali, del tutto indifferenti all'unicità del luogo. L'effetto prodotto dal nucleo della nova è solo un catalizzatore di elementi già latenti nella psyche dei personaggi. Non la tecnologia, dunque, è la forza motrice della trama ma la psicologia. Il rapporto fra l'individuo e l'ambiente, inoltre, è un'altra tematica del romanzo. L'eterno contrasto fra l'interesse economico e la salvaguardia della natura, l'arroganza dell'uomo e la sacralità di un ecosistema. Gli inganni degli ospiti umani sembrano violare sprezzantemente il difficile equilibrio di Damien, rivelano una forza forse più distruttiva della stessa nova. Ne esce forse un quadro fosco della natura umana, per nulla addolcito da istanze spirituali o etiche. Perfino l'universo sembra assistere sgomento allo spettacolo.
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