sabato 30 aprile 2016

VERA FANTASCIENZA #4 - SU MARTE IN UNA CASA STAMPATA

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Torniamo a parlare di tecnologia solo apparentemente futuristica, invenzioni, dispositivi e applicazioni avanzate che "a prima vista" sembrerebbero scaturite da storie di fantascienza. Si tratta, invece, di ritrovati assolutamente reali e già funzionanti in ambiti abbastanza quotidiani.

A tal proposito, oggi parliamo di una questione che interessa moltissimo gli italiani: la casa. Già, chi non è sensibile al problema della casa? Chi non ne cerca, o ne ha cercata, una per la propria sistemazione o quella della propria famiglia? Come potete capire dall'immagine, però, parleremo di case del tutto particolari: case non costruite, ma "stampate".

Veduta renderizzata dell'igloo marziano


Scorcio marziano con igloo e astronauti
La NASA non ha dubbi, è la risposta più soddisfacente al progetto futuro di stabilire una colonia umana su Marte. Lo prova il primo posto ottenuto al NASA 3D-Printed Habitat Challenge dal progetto che vedete illustrato in alto e a sinistra e denominato ICE HOUSE. Prima di capire di cosa si tratta, vediamo esattamente in cosa consisteva il challenge indetto dalla NASA.

Si trattava di definire un progetto di habitat che consentisse la permanenza stanziale di esseri umani su Marte, il quarto pianeta in ordine di distanza dal Sole e il più vicino alla nostra Terra. I requisiti che doveva avere il progetto per partecipare al challenge erano i seguenti:
1) utilizzare per la costruzione solo materiali locali (quindi pietre e polvere, ma anche argilla e, ovviamente, ghiaccio).
2) il progetto di habitat doveva essere pensato utilizzando le ultime tecnologie di stampa 3D applicate all'edilizia, dunque "stampato".

Igloo a doppio strato per difendersi dalle radiazioni
Ciò che vedete nelle immagini è il progetto vincitore (il primo classificato) e non sarebbe stato possibile immaginarlo solo cinque anni fa. Questo per due principali motivi: cinque anni fa non avevamo la certezza che sul pianeta rosso ci fosse acqua in grandi quantità, cinque anni fa le tecniche di stampa 3D non erano applicabili all'edilizia. La tecnologia reinventa la tradizione e facilita il sogno umano di stabilirsi su altri pianeti. L'igloo marziano è una gigantesca cupola a doppio strato con intercapedine che separa la calotta interna da quella esterna. Questa struttura dovrebbe garantire un completo riparo dalle frequenti tempeste marziane e, soprattutto, dalle radiazioni solari a cui la rarefatta atmosfera esporrebbe gli astronauti. Tutto grazie alle conoscenze maturate dalle popolazioni inuit, perfettamente adattate ai climi polari, e all'applicazione nel campo dell'edilizia della stampa 3D.

BIG DELTA all'opera nel 2015
In Italia l'idea di "stampare" le case in 3D anziché costruirle è nata forse nel 2012, grazie ad una piccola azienda chiamata WASP che ha realizzato proprio l'anno scorso (2015) la stampante 3D più grande d'Europa, la BIG DELTA. Il principio utilizzato da questa stampante (alta ben 12 metri) è quello dell'estrusione dei materiali tipo l'argilla o il cemento che, una volta asciutti, possono assumere le forme più ergonomiche. Un principio tutto sommato molto semplice e che sfrutta la tradizione e tenta di sposarla alle attuali tecnologie. Di effettivamente innovativo, del resto, c'è l'applicazione: il sogno è quello di realizzare edifici ecocompatibili e a bassissimo costo, sia in termini di materiali che di mano d'opera. Altra caratteristica importante della stampa 3D applicata all'edilizia, sono i tempi di costruzione (anzi, di "stampa") che vengono notevolmente abbattuti.
La BIG DELTA istallata nel 2015 insieme al suo ideatore
Siamo solo all'inizio, la pratica di "stampare" le case anziché costruirle non è ancora di uso comune ma è senz'altro l'obbiettivo dell'attuale presente. Il futuro, ricordiamocelo sempre, è adesso!
Alla prossima.

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