martedì 24 maggio 2016

FUMETTI DI GUERRA #6 - ARMATURA CONTRO IL DILAGARE DEL COMUNISMO

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Alcune armature di Iron Man

Ebbene sì, non vi siete affatto sbagliati. Il ritorno dei super personaggi marvel (eroi o cattivi che siano) legati al retroterra culturale e al momento storico della guerra fredda torna alla grande. Il personaggio che vedete raffigurato in alcune delle sue diverse versioni, non ha certo bisogno di presentazioni. Vi do solo alcuni dati per dare un'idea della popolarità di Iron Man. Nel 2008 entra al settimo posto della clasifica, stilata da Forbes, dei personaggi di fantasia più ricchi del mondo. L'autorevole magazine gli attribuisce un patrimonio di 7,9 miliardi di dollari che, nel 2013, è stata ricalcolato a 12,4 miliardi. Di conseguenza, è stata riveduta anche la su posizione in classifica (adesso occupa la quarta posizione). Nel 2011 compare anche nella classifica stilata da IGN, si posiziona al dodicesimo posto come più grande eroe della storia dei fumetti, dopo Dick Grayson e prima di Jean Grey.

Prima cover e prima apparizione di Iron Man
Non un semplice personaggio di fumetti, insomma, ma una vera e propria icona. Una sorta di indicatore dei nostri tempi che, tuttavia, nasce in un contesto e in un momento storico del tutto particolare.
La sua prima apparizione, infatti, risale al numero trentanove di Tales of Suspense. Siamo nel marzo del 1963, un anno cruciale per la storia. John Kennedy, presidente degli Stati Uniti da tre anni, già dai discorsi elettorali aveva manifestato la sua intenzione di cambiare la politica estera statunitense.
«Abbiamo un problema: rendere credibile la nostra potenza.», aveva dichiarato nel 1960, «Il Vietnam è il posto giusto per dimostrarlo.»
Questa frase ci rivela molti perché proiettandoci in una fase storica in cui il marxismo si era istallato a due passi dal territorio USA con la vittoria della rivoluzione cubana. Gli americani vedevano più che mai minacciata la loro potenza e il ruolo predominante che si erano imposti alla conclusione della seconda guerra mondiale. Da qui l'intenzione di Kennedy di intervenire nel conflitto fra Nord e Sud Vietnam, bisognava mostrarsi forti contro l'avanzata del comunismo. Bisognava ridare credibilità alla potenza economico-militare statunitense. Nel marzo del '63 lo stato di guerra non era ancora esplicito (lo diverrà solo nel luglio del 1965), tuttavia la battaglia ideologica era già in atto e la situazione diventava sempre più calda agli occhi dell'opinione pubblica americana e vietnamita. Negli Stati Uniti si parla di aggressione di un libero stato democratico da parte di un regime comunista, si chiede di bloccare l'avanzata del comunismo una volta per tutte. La presenza americana (ufficialmente composta solo da consiglieri militari) in Vietnam diventa sempre più massiccia, già nel 1962 è presente in territorio di guerra un contingente di circa 12.000 uomini. Si contano anche le prime vittime americane, si parla di trentuno caduti nelle quotidiane operazioni antiguerriglia. 

Un "classico" Iron Man secondo il restyling di Steve Ditko
Una situazione storica difficilissima da ignorare, perfino per degli scrittori di fumetti. Ecco perché Stan Lee e Larry Lieber collocano la nascita del loro nuovo eroe proprio in Vietnam e proprio durante la prima fase del conflitto, quando ancora gli americani non sono ufficialmente entrati in guerra.
Il miliardario e inventore Antony Edward Stark, proprietario delle Stark Industries (colosso mondiale americano nella produzione e progettazione degli armamenti), si trova in Vietnam per assistere di persona al collaudo di una delle sue ultime invenzioni. Coinvolto nell'esplosione di una mina e catturato dai "cattivi" vietcong, viene imprigionato e costretto a costruire una potente arma per il nemico. La situazione è davvero disperata. L'esplosione della mina ha danneggiato il cuore di Stark, i suoi giorni sono contati ormai e presto le schegge conficcate nel suo torace lo uccideranno. Ma, da geniale inventore e scaltro uomo d'affari qual'è, Stark inganna i suoi carcerieri. Si costruisce, invece, una potente armatura in grado di permettere al suo cuore di continuare a funzionare anche dopo che le schegge lo hanno raggiunto, sconfigge i suoi carcerieri e intraprende la sua carriera di eroe al fianco della democrazia americana e contro i regimi sovietici. Il ritorno in chiave anti comunista qui è duplice. "Tony" Stark diventa un modello positivo di capitalista e, contemporaneamente, un super eroe potentissimo al servizio del bene e contro i "cattivi" comunisti. Lee, il sorridente, ebbe perfino a dichiarare in una delle sue interviste che si era ispirato alla figura di Howard Huges, l'imprenditore, inventore e aviatore (nonché anche regista e produttore holliwoodiano) che ha ispirato anche il famoso film di Scorsese, The Aviator.

"Tony" Stark alcolista
La vena patriottica e vagamente anticomunista nelle storie di Iron Man, tuttavia, lasciò gradualmente posto ad una sempre maggiore attenzione per il personaggio di Antony Stark. Le avventure dell'eroe si fondono e si intrecciano sempre più con le vicende private del suo alter ego. Vicende in cui, spesso, svolge un ruolo fondamentale anche la dinamica economica delle Stark Industries. La lotta contro il male, infatti, a volte è soprattutto la lotta per la scalata alla guida del colosso tecnologico creato dallo stesso Stark. Dalla guerra fredda contro il noto avversario comunista, insomma, alla guerra sotterranea contro avversari ignoti e striscianti. Una guerra combattuta sul terreno del controllo dell'innovazione tecnologica. Non si fanno prigionieri in una simile guerra e non ci sono nemici dichiarati o alla luce del sole. A differenza di altri suoi "colleghi" eroi, Stark è un personaggio molto in vista. E, di conseguenza, costantemente esposto agli attacchi di chi vuole impadronirsi delle sue invenzioni, del suo potere economico (ma anche politico). Sempre più, quindi, le battaglie di Iron Man devono fronteggiare complotti striscianti e nemici che si nascondono nell'ombra. Sono in troppi a voler scalzare Tony Stark dalla sua posizione predominante (a volte perfino lo stesso governo degli Stati Uniti) e ci provano in tutti i modi, dalla scalata societaria in gran segreto, al plagio e al controllo mentale. Ed ecco che, con il passare degli anni, emerge sempre più la natura ambigua e non del tutto "cristallina" dell'eroe. Stark/Iron Man non è un eroe privo di macchie, anzi...
A risentirci alla prossima!

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