venerdì 22 giugno 2018

VERA FANTASCIENZA #7 - ECCO DOV'ERA LA MATERIA DISPERSA!

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Ebbene sì, l'hanno trovata! Così, almeno, sembra sulla base degli studi pubblicati da Fabrizio Nicastro (Istituto Nazionale di Astrofisica). Per giungere a un simile risultato, sono stati considerati i dati relativi a quasi vent'anni di osservazioni effettuate da vari ricercatori. In definitiva, sembra che la materia ordinaria dispersa (ma, a questo punto, sarebbe meglio definirla "materia mancante") si nasconda nei filamenti di gas che, quasi invisibili ai telescopi, attraversano lo spazio intregalattico come una sorta di ragnatela. La scoperta si basa sui dati del telescopio Xmm-Newton dell'Agenzia Spaziale Europea. Nicastro ha coordinato le varie fasi della ricerca insieme ad altre istituzioni europee e americane: l'Università di Trieste, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (sempre di Trieste), l'Università di Roma Tre e l'Osservatorio di Bologna. Questa la dichiarazione ufficiale di Nicastro come riportata dall'ANSA:

Le nostre osservazioni, giunte dopo 18 anni di incessanti tentativi da parte di diversi gruppi di ricerca nel mondo, hanno finalmente individuato la materia ordinaria mancante dell'Universo. La materia che abbiamo trovato è esattamente nella posizione e nella quantità predette dalla teoria, quindi possiamo dire di aver risolto uno dei più grandi misteri dell'astrofisica moderna: quella dei barioni mancanti.

Fabrizio Nicastro, cacciatore di materia mancante
Si tratta, insomma, di particelle subatomiche formate da tre quark. Perfino protoni e neutroni, gli elementi più diffusi della materia, fanno parte della grande famiglia dei barioni. La grossa "novità" è che i barioni compongono anche la materia mancante e che finora erano sfuggiti all'esplorazione principalmente per mancanza dei giusti mezzi di osservazione. Nicastro, infatti, aveva già trovato i primi indizi di questa scoperta nel 2005. All'epoca lavorava presso l'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge (USA). I dati relativi alle osservazioni, tuttavia, non erano ancora sufficienti per completare la "fotografia" della materia visibile nell'universo. Dalle analisi della radiazione cosmica di fondo si evinceva che circa la metà della materia di cui son fatte stelle, pianeti e qualsiasi altro oggetto, non era osservabile. Da qui il propagarsi di teorie e ipotesi più o meno conosciute, più o meno affascinanti, più o meno razionali.

Telescopio europeo XMM-Newton in orbita
La svolta, però, è arrivata con l'utilizzo mirato di Xmm-Newton, il telescopio europeo per l'osservazione delle emissioni a raggi X. Il telescopio è in orbita dal 1999 e, grazie alla sua straordinaria risoluzione, permette di osservare le sorgenti di raggi X nelle galassie vicine. Nicastro e i suoi collaboratori hanno potuto effettuare osservazioni dello stesso quadrante dal 2015 al 2017 e comparare tutti i dati raccolti con quelli del 2005. In questo modo è stato possibile mettere insieme una radiografia dettagliata della porzione di universo compresa fra noi e la quasar denominata 1ES 1553+113 e identificare una fitta rete di filamenti gassosi composti da idrogeno ionizzato, le cui righe di assorbimento attestano la presenza di enormi quantità di barioni. Il mistero della "materia oscura", insomma, sarebbe risolto con la più banale (e logica) delle spiegazioni: la materia mancante si nasconde negli agglomerati di gas ionizzato che si estendono per milioni di anni luce tra una galassia e l'altra. Una buona metà della materia che compone l'universo, in definitiva, è intrappolata in una gigantesca ragnatela invisibile.

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