lunedì 2 luglio 2018

VERA FANTASCIENZA #9 - YOI SHIGOTO, HAYABUSA 2

(Aretusa Jammin - scheda del romanzo: IBSMondadoriUnilibroFeltrinelli)
L'asteroide Ryugu e la sonda giapponese Hayabusa in una simulazione della NASA(fonte: JAXA)RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/Ansa
Notizia recente dalla NASA, ma soprattutto dall'agenzia spaziale giapponese JAXA: la missione Hayabusa 2 è gunta alla sua fase più importante. Non tutti sanno che la missione è partita il 3 Dicembre 2014 con il lancio della piccola sonda automatizzata. Giusto pochi giorni fa (il 27 Giugno, per la cronaca), Hayabusa 2 ha raggiunto l'orbita dell'asteroide 162173 Ryugu che si trova a circa 280 milioni di chilometri dalla Terra. La sonda ha viaggiato per due anni e sette mesi, spinta da quattro motori a propulsione ionica capaci di conferirle una velocità di circa 3,45 chilometri al secondo. Hayabusa 2 pesa 600 Kg ed è alimentata da pannelli fotovoltaici fissi di 6 metri di ampiezza, in grado di fornirle appena 2,6 Kw di energia elettrica. La sonda rimarrà in orbita per circa 18 mesi, dovrà effettuare diversi test ed esperimenti sulla natura dell'asteroide. Il compito più importante, tuttavia, sarà quello di "bombardare" la superficie di Ryugu e prelevare campioni di roccia non contaminata dagli agenti cosmici per poi riportarli sulla Terra.
Ryugu  (fonte: JAXA)
Visto dallo spazio, Ryugu assomiglia a una trottola (da ex giocatore di D&D lo paragonerei più a un dado a 20 facce). Ha un diametro di circa 900 metri e presenta una superficie piuttosto scabrosa, piena di ampi crateri da impatto. Venne scoperto nel 1999 e subito classificato come "asteroide Apollo", un tipo di asteroidi, cioè, potenzialmente pericolosi per la Terra. L'orbita di Ryugu, infatti, è assai vicina a incrociarsi con quella terrestre. Le sue dimensioni e la sua massa, inoltre, sarebbero sufficienti a provocare grossissimi danni in caso di impatto. La missione di Hayabusa 2, tuttavia, riguarda esclusivamente lo studio delle dinamiche che hanno portato alla nascita del Sistema Solare, su cui Ryugu può darci molte informazioni.

Il compito della sonda è reso difficile dalla natura del suolo dell'asteroide che ha reso piuttosto complessa la scelta dei siti per la discesa e la raccolta dei campioni. Nei prossimi mesi sono previsti ben tre touchdown. La finestra temporale prevista va dall'inizio dell'autunno fino alla prossima primavera, saranno delle vere e proprie "toccata e fuga". La temperatura sulla superficie di Ryugu, infatti, è piuttosto elevata, ragion per cui la sonda si limiterà a "rimbalzare" raccogliendo campioni di roccia. Prima dell'ultima discesa, che dovrebbe avvenire tra maggio e aprile 2019, Hayabusa 2 sgancerà una sorta di ordigno contro l'asteroide: un cilindro che sparerà un proiettile di rame da due chili contro la superficie. Eccovi un interessante videoclip, realizzato e diffuso da JAXA, in cui vengono illustrate tutte le fasi di questa delicatissima operazione:


La piccola sonda contiene anche delle attrezzature interamente sviluppate dall'agenzia spaziale tedesca DLR. Si tratta di un minuscolo lander denominato MASCOT (Mobile Asteroid Surface SCOuT), destinato a esaminare la superficie dell'asteroide con quattro strumenti diversi: un microscopio operante nell'infrarosso, sviluppato dall'Institut d'Astrophysique Spatiale: una fotocamera sviluppata dalla DLR, un magnetometro a tre assi sviluppato dall'Università tecnica di Braunschweig e un radiometro sviluppato dalla DLR per misure termiche.

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