L'asteroide Ryugu e la sonda giapponese Hayabusa in una simulazione della NASA(fonte: JAXA)RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/Ansa |
Ryugu (fonte: JAXA) |
Visto dallo spazio, Ryugu assomiglia a una trottola (da ex giocatore di D&D lo paragonerei più a un dado a 20 facce). Ha un diametro di circa 900 metri e presenta una superficie piuttosto scabrosa, piena di ampi crateri da impatto. Venne scoperto nel 1999 e subito classificato come "asteroide Apollo", un tipo di asteroidi, cioè, potenzialmente pericolosi per la Terra. L'orbita di Ryugu, infatti, è assai vicina a incrociarsi con quella terrestre. Le sue dimensioni e la sua massa, inoltre, sarebbero sufficienti a provocare grossissimi danni in caso di impatto. La missione di Hayabusa 2, tuttavia, riguarda esclusivamente lo studio delle dinamiche che hanno portato alla nascita del Sistema Solare, su cui Ryugu può darci molte informazioni.
Il compito della sonda è reso difficile dalla natura del suolo dell'asteroide che ha reso piuttosto complessa la scelta dei siti per la discesa e la raccolta dei campioni. Nei prossimi mesi sono previsti ben tre touchdown. La finestra temporale prevista va dall'inizio dell'autunno fino alla prossima primavera, saranno delle vere e proprie "toccata e fuga". La temperatura sulla superficie di Ryugu, infatti, è piuttosto elevata, ragion per cui la sonda si limiterà a "rimbalzare" raccogliendo campioni di roccia. Prima dell'ultima discesa, che dovrebbe avvenire tra maggio e aprile 2019, Hayabusa 2 sgancerà una sorta di ordigno contro l'asteroide: un cilindro che sparerà un proiettile di rame da due chili contro la superficie. Eccovi un interessante videoclip, realizzato e diffuso da JAXA, in cui vengono illustrate tutte le fasi di questa delicatissima operazione:
La piccola sonda contiene anche delle attrezzature interamente sviluppate dall'agenzia spaziale tedesca DLR. Si tratta di un minuscolo lander denominato MASCOT (Mobile Asteroid Surface SCOuT), destinato a esaminare la superficie dell'asteroide con quattro strumenti diversi: un microscopio operante nell'infrarosso, sviluppato dall'Institut d'Astrophysique Spatiale: una fotocamera sviluppata dalla DLR, un magnetometro a tre assi sviluppato dall'Università tecnica di Braunschweig e un radiometro sviluppato dalla DLR per misure termiche.
La piccola sonda contiene anche delle attrezzature interamente sviluppate dall'agenzia spaziale tedesca DLR. Si tratta di un minuscolo lander denominato MASCOT (Mobile Asteroid Surface SCOuT), destinato a esaminare la superficie dell'asteroide con quattro strumenti diversi: un microscopio operante nell'infrarosso, sviluppato dall'Institut d'Astrophysique Spatiale: una fotocamera sviluppata dalla DLR, un magnetometro a tre assi sviluppato dall'Università tecnica di Braunschweig e un radiometro sviluppato dalla DLR per misure termiche.
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